Pilatus

Maurizio Albertini

PILATUS

Scritto fra l’autunno 2005 e il febbraio 2009

COPYRIGHT MAURIZIO ALBERTINI, TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Personaggi

Dioniso, detto Liber dai romani e Lisio dai greci, è il dio che sciogliendo i legami, le regole e i confini, libera.

Erinni, donna che chiede a gran voce la liberazione dell’anima (Miriam mascherata).

Cartesio Frugoni, psichiatra in un ospedale.

Greta, compagna di Frugoni.

Magnum, accusa e aggredisce, getta fango sugli altri. E’ cinico, spietato, disumano.

Matto dei Tarocchi, introduce l’argomento, “al confine fra i due mondi”, quello di Dioniso e quello di Pilatus, follia del sacro e follia del mondo. L’attore può essere lo stesso che interpreta Max, travestito.

Max, è una vittima che si difende. Si sente in colpa e minacciato. Ha origini italotedesche.

Miriam, amante di Dioniso.

Pilatus, governatore della città.

Sofia Prudenzi, dottoressa, medico internista del pronto soccorso di un ospedale.

ATTO I

Scena 1

Il buio in scena svanirà poco a poco, è l’alba. Quando la luce sarà diventata crepuscolare-violacea si accenderà all’improvviso un lampo potente seguito da un tuono fragoroso. Per un brevissimo attimo: luci contro il pubblico. Subito dopo, tutti i personaggi illuminati dall’alto, in coro, con abiti lunghi e bianchi oppure pepli e/o mantelli cominceranno a recitare l’Inno Omerico a Dioniso:

‘Dioniso, figlio di Seméle gloriosa

io ricorderò: come egli apparve lungo la riva del limpido mare,

su di un promontorio sporgente, simile a un giovanetto

nella prima adolescenza; gli ondeggiavano intorno le belle chiome

scure; sulle spalle vigorose aveva un mantello

purpureo. E, presto nella solida nave,

apparvero veloci, sul cupo mare, pirati

tirreni: li portava la sorte funesta. Essi al vederlo,

si scambiavano segni fra loro: rapidamente balzarono fuori,

e subito

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afferrandolo, lo deposero nella loro nave, pieni di gioia nel cuore.

Pensavano infatti ch’egli fosse figlio di re cari a Zeus,

e volevano legarlo con legami indissolubili;

ma i legami non riuscivano a tenerlo, e i vincoli cadevano lontano

dalle sue mani e dai piedi; egli se ne stava seduto, e sorrideva

con gli occhi scuri. Il timoniere comprendendo,

subito esortò i suoi compagni, e disse:

Amici, chi è questo dio possente che avete preso, e

tentate di legare?

Nemmeno la nave ben costruita riesce a portarlo.

Certo, infatti, egli è Zeus, o Apollo dall’arco d’argento,

o Posidone: poiché non è simile agli uomini mortali,

ma agli dei che abitano le dimore dell’Olimpo.

Suvvia, lasciamolo andare sulla terra nera,

subito; e non mettete le mani su di lui, che egli, adirato,

non scateni venti furiosi, e grande tempesta”.

Così parlava, e il capo inveì contro di lui con parole di scherno:

Sciagurato, bada al vento, e spiega con me la vela della nave

manovrando tutti i cavi: a costui penseranno gli uomini.

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Io prevedo che egli verrà fino all’Egitto, o a Cipro,

o fra gli Iperboréi, o più lontano, ma infine

una buona volta ci rivelerà i suoi amici e tutte le sue ricchezze

e i suoi parenti; poiché un dio ce lo ha mandato”.

Così dicendo issava l’albero e la vela della nave;

il vento soffiò in piena vela, e i marinai, dai due lati,

tendevano i cavi. Ma ben presto apparvero loro fatti prodigiosi.

Dapprima, sulla veloce nave nera, gorgogliava

vino dolce a bersi, profumato, da cui si effondeva un aroma

soprannaturale: stupore prese tutti i marinai, quando lo videro.

Subito dopo si distesero lungo il bordo superiore della vela

tralci di vite, da una parte all’altra, e ne pendevano abbondanti

grappoli; intorno all’albero si avviticchiava una nera edera,

ricca di fiori, su cui crescevano amabili frutti;

e tutti gli scalmi erano inghirlandati. Essi allora, vedendo

queste cose,

ordinavano al timoniere di guidare a terra la nave.

Ma il dio, sotto i loro occhi, nella nave, si trasformò in un leone

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dallo sguardo pauroso e bieco: essi fuggirono a poppa

e intorno al timoniere dall’animo saggio

e si fermarono attoniti: il dio, d’improvviso balzando,

ghermì il capo; e gli altri, evitando la sorte funesta,

come videro, si gettarono fuori tutti insieme, nel mare divino,

e diventarono delfini. Ma il dio ebbe pietà del timoniere:

lo trattenne, e gli concesse prospera sorte; e così gli disse:

Coraggio, nobile vecchio, caro al mio cuore;

io sono Dioniso dagli alti clamori, che generò la madre

Seméle, figlia di Cadmo, unendosi in amore con Zeus”.

Salve, o figlio di Seméle dal bel volto: non è possibile,

per chi si dimentica di te, comporre un dolce canto.’

di nuovo musica fragorosa poi silenzio totale

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Scena 2

(Nel buio, al centro del palcoscenico, appare un uomo. Un riflettore è acceso su di lui. Indossa abiti cinquecenteschi, ha un cappello a cono o con sonagli, una grande cintura, una giubba colorata, ha in una mano una grande sfera d’oro):

Il Matto (dei Tarocchi): “Io sono il Matto! Ma non sono pazzo e non sono folle! Io sono il Matto, la carta numero zero, il principio di tutte le cose! Io… (sghignazza) VENGO DALL’ABISSO! Io… sorgo da … un altro spazio, da un altro universo. Sono entrato di nascosto nel vostro mondo da quella porta (indica), come una brezza invisibile!

Io,… io… entro dalla porta dei vostri sogni. Io… muto la vostra realtà in maniera… quasi impercettibile! Io vengo dal Nulla, sono lo Zero che tutto sostiene, la sorgente impercettibile! Solo la vostra follia vuole rinchiudere il Matto! Ma io esco attraverso i pori delle pareti, sfondo le porte della percezione, busso alla bara di cristallo della Bella Coscienza Addormentata e Ibernata.

Io! Il Matto!

CHI RINCHIUDE IL MATTO DIVENTA MATTO!

Si spegne la luce sul Matto,

Musica

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PAUSA

Scena 3

(Cambio di scena: tipico reparto ospedaliero. Il dottor Frugoni, psichiatra incontra la dottoressa Prudenzi, medico del pronto soccorso. Si alza in piedi per salutarla, prima era seduto alla scrivania. I due parlano in piedi.)

Prudenzi. “Ciao, sei Frugoni?”

Frugoni. “Sì, sono io.”

Prudenzi. “Ciao Frugoni, io sono Prudenzi del Pronto Soccorso, non ci conosciamo. Scusa se ti disturbo, sei tu il medico reperibile per la psichiatria stanotte?”

Frugoni. “Sì, dimmi pure, cosa succede?”

Prudenzi. “Senti, avevo una curiosità, volevo sapere cosa ne pensi del paziente che ha appena portato la polizia.”

Frugoni. “Quello giovane, sui venticinque anni?”

Prudenzi. “Sì, proprio lui! Cosa ne pensi?”

Frugoni. “Mi sembra un caso di delirio mistico florido, senza critica e coscienza di malattia. Non credi?”

Prudenzi. “Non so, non mi convince questa diagnosi. Io non sono così certa che sia malato, è troppo coerente, non ha allucinazioni, non ha una storia clinica significativa, non ha mai avuto niente!”

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Frugoni. “Stai scherzando vero? Non sappiamo neanche da dove viene! Nessun parente lo ha accompagnato o è venuto a fargli visita. Nessuno ci ha raccontato qualcosa di lui.”

Prudenzi. “Lui dice di avere viaggiato molto, di avere vissuto in tanti paesi: in Sudamerica, in Europa, in Medio Oriente…”

Frugoni. “E’ uno spostato, uno psicotico! Dai retta a me…”

P. “Non mi convince, sento che non è il solito schizofrenico con idee deliranti mistiche, sento che questa volta è diverso e che rischiamo di prendere una cantonata.”

F. “Allora andiamo a parlargli, così ti convincerai che HO RAGIONE IO!”

(Si avviano insieme e si fermano davanti a un letto dove riposa Dioniso.)

Prudenzi. “Buongiorno Signor… Signor…(prende la cartella clinica per leggere il nome) Dionigi, buongiorno Signor Dionigi, come sta oggi? Come ci si sente dopo una notte così …, così burrascosa?”

Dioniso. “Bene grazie. Mi sento bene, ma non capisco perché sono qui; posso andarmene?”

Frugoni. “Fra qualche giorno potrà andarsene Signor Dionigi ma per adesso dobbiamo ancora tenerla in osservazione, dobbiamo farle delle analisi.”

Dioniso. “Perché sono qui? Dove mi trovo?”

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P. “E’ in ospedale Signor Dionigi, è stato portato qui dalla polizia. (legge la cartella) Sembra che questa notte ci sia stata una violenta discussione,…una lite forse, e che lei abbia cominciato a fare strane affermazioni sulla religione, su Dio, aggredendo il suo interlocutore che alla fine ha chiamato la forza pubblica che l’ha portata qui per un ricovero. Si ricorda qualcosa?”

D. “Certo che ricordo! So bene con chi stavo discutendo e anche cosa gli stavo dicendo!”

F. “Può dirlo anche a noi? Le dispiace? (si volta verso P. e le dà una lieve gomitata)”

  1. Stavo dicendo al governatore Pilatus una cosa che lui non vuole mai ascoltare:

CALMA IL TUO CORPO E ADDOMESTICA LE TUE PASSIONI, E COMPORTANDOTI COSI’ CHIAMERAI A TE IL DIVINO, E IN VERITA’ IL DIVINO, CHE E’ OVUNQUE E NON NEL LUOGO PIU’ PICCOLO COME IL DEMONE , VERRA’ A TE.

MA SE TU CONOSCERAI TE STESSO, ALLORA TU CONOSCERAI IL DIO, CHE VERAMENTE E’ UNO.

Questo gli stavo dicendo. Poi ho continuato così:

QUESTO E’ IL ‘CONOSCI TE STESSO’, QUANDO CIOE’ TU CONOSCI IL DIO CHE TI HA FATTO. POICHE’ A COLUI CHE CONOSCE SE’ STESSO E’ DATO DI ESSERE CONOSCIUTO DA COLUI DAL QUALE E’ STATO CHIAMATO.1

F. “Potrebbe spiegarci meglio cosa vuole dire con queste affermazioni così strane Signor…Dionigi?”

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  1. Sì, certo! Io cercavo di chiarire anche a Pilatus il senso del ‘Conosci te stesso’ gnostico ma, stranamente, mi accorgevo che poco a poco si alterava, che diventava sempre più arrabbiato, che ce l’aveva con me per queste parole… Le sembro matto?”

F. “Non saprei Signor Dionigi, ne parlerò con il mio collega prima di sbilanciarmi in una diagnosi. Nel frattempo le chiederei di assumere questa terapia. Guardi qui, è appoggiata sul suo comodino da notte, in questo piattino.”

(sempre F. che adesso si rivolge a P.) “Allora cosa ne pensi? Questo delira alla grande, dai retta a me! E chi è Pilatus? Perché ha litigato con lui? Dov’è adesso? Questo lo ha portato qui la polizia stanotte e lui nemmeno se lo ricorda!”

P. “Sì, sembra che tu abbia proprio ragione ma è tutto molto coerente! Le sue idee non sono strutturate come un delirio, i nessi associativi non sono labili, l’affettività è in sintonia con il discorso…”

F. “Dio è dovunque e non nel luogo più piccolo come il demone! Non ti sembra una frase da schizofrenici?”

P. “Sì e no, dipende dal contesto. Può anche essere un modo molto arcaico di fare certe affermazioni e non un linguaggio da folle”

F. “Cominci tu a preoccuparmi adesso! Stai bene o mi stai prendendo in giro!?”

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P. “Adesso ti dico la mia versione dei fatti: Dionigi litiga con Pilatus e gli dice, più o meno, che è un limitato come te, un ignorante. Naturalmente glielo dice in maniera elegante e gli scodella questa fastidiosa verità, cioè che Dio è illimitato mentre lui, individuo egoista e separato dal tutto, si è trasformato in un demone, in un limitato. Perché ogni volta che l’egocentrismo sottolinea l’indipendenza dall’universo ci si trasforma in demone e ci si gonfia di potenza volendo diventare come Dio e dominare sul tutto…”

F. “Insomma Dionigi accusava Pilatus di essere un narcisista megalomane…”

P. “Proprio così, lo accusava di questo e Pilatus se lo è tolto dai piedi facendolo rinchiudere qui!”

F. “Peccato che Pilatus non esista, che faccia parte del suo delirio! Pilatus è un personaggio fantastico che vive solo nella sua mente schizofrenica! “

P. “Forse…ma… guarda là, sta arrivando qualcuno…”

(nell’ambulatorio entra Max che viene per parlare con Frugoni, Prudenzi esce, Dioniso rimane)

Frugoni. “Buonasera (porge la mano e indica una sedia, l’altro si siede senza salutare, sguardo un po’ assente), sono il dottor Frugoni., prego, si accomodi. Lei si chiama …? ”

Max. “Max.”

Frugoni. “Bene Signor Max, mi dica cosa le è successo, come sta. Come mai è arrivato qui?”

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Max. (rivolto al pubblico, musica bassa in sottofondo)

“UN ITALOTEDESCO CONFIGURA TRAMITE RIME

SITUAZIONI ASOCIALI

CHE ALTRI SFRUTTANO FINO ALL’ECCESSO.

LE MANDA TRAMITE LA STELLA POLARE

NEL SUO ASCENDENTE

LORO FIGURANO DUE PANTERE

E LE TRASMETTONO

IN ALTRE DUE COSTELLAZIONI CINESI.

SECONDO LEI

DI CHI DOVREBBE ESSERE LA RISULTANTE

PORTA STELLARE?

COMUNQUE ERA SOLO UNA DOMANDA!”

Frugoni. “(fra sé) Bene! (rivolto a Max) Signor Max, è un po’ difficile risponderle così su due piedi. “

Dioniso “Vada avanti signor Max, quello che dice mi interessa molto! La pantera è uno dei miei animali preferiti!2

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Max.

“GENTILISSIMA POLIZIA ITALIANA!

DATO KE DIETRO LA MIA SCHIENA

CI SONO STRANE SCAMBIAZIONI

ED IO NON SONO NE’ UN DROGATO

NE’ UN HOMOSESSUALE,

NE’ AVEVO MAI UN UOMO DIETRO DI ME,

SE MAI QUESTE PENETRAZIONI ERANO

UN ATTO DI VIOLAZIONE DA ME NON DESIDERATO.

STRANI GIOCHETTI DIETRO LA MIA SCHIENA

CON LEGNAME DA ME POTATO!

DATO CHE SONO ALTRI CHE

SONO IN DEBITO CON ME

E USANO IL MIO TERRENO

PER LE LORO COSE E A ME LASCIANO

LE LORO PORCHERIE

COSTELLAZIONALMENTE LA LUNA VA CON MARTE

INVECE DI AVERE LE SUE COSE PAGATE.”

Frugoni. “Già, già.” (scrive qualcosa in una cartella, prende nota), “… strani giochetti con legname da me potato…”

(All’improvviso, fuori dalla stanza e ancora fuori scena, un altro personaggio comincia a parlare a alta voce, grida, dice: ‘BUUUUUB, BUUUUUUB’, e poco dopo fa irruzione nel reparto dove Frugoni sta ancora parlando con Max)

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Frugoni. “E lei chi è, cosa ci fa qui? Non vede che sto visitando il signore?” (indicando Max)

Magnum. “B.U.B., Batto U’ Belin, B.U.B., ME NE BATTO U’ BELIN. (si blocca) Mi sono inceppato! CAZZO. Mi sono inceppato!

Ho sparato una belinata! Ho sparato una belinata!

Buuuuuuub, Buuub!”

Frugoni. “Prego? Cosa ha detto? Come si chiama?”

Magnum. “Magnum, io sono Magnum (grida): IO SONO Maaagnum, BATTO U’ BELIN, Maaagnum!

(sincopato e ritmato, quasi canta):

(musica ritmica, jazz)

CON L’USO DELLA RAGIONE,

SI PUO’ AVERE RAGIONE!

Magnum HA USATO SEMPRE LA RAGIONE

E CON LA RAGIONE HA SEMPRE VINTO!

E ADESSO EGLI VUOLE ANDARE IN PARLAMENTO

AFFINCHE’ CERTI FATTI ACCADUTI NELLA

VITA CIVILE NON ACCADANO PIU’,

NON SIANO PIU’ UN TORMENTO.

EGLI SOSTERRA’ CHE E’ NECESSARIO INSEGNARE,

FIN DALLA PRIMA CLASSE ELEMENTARE,

IL CODICE CIVILE E

IL CODICE PENALE

IN UNA MATERIA SEMPLICE CHIAMATA

EDUCAZIONE LEGALE,

AL PARI DELL’EDUCAZIONE FISICA,

IN MANIERA TALE,

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CHE CIASCUNO SAPPIA CIO’ CHE E’ LECITO

E CIO’ CHE E’ ILLECITO

E SAPPIA INOLTRE

CHE DI FRONTE ALLE INGIUSTIZIE

CI SONO TANTE LEGGI,

TANTI BRAVI AVVOCATI,

TANTI BRAVI CARABINIERI,

TANTI BRAVI MAGISTRATI INQUIRENTI

E REQUIRENTI

E GIUDICI GIUDICANTI

E TANTI BRAVI SACERDOTI

E TANTA BRAVA GENTE.

Dioniso (applaude) “Bravissimo Magnum! E’ stato chiarissimo! Non avevo mai ascoltato una frase così piena di senso: CON L’USO DELLA RAGIONE SI PUO’ AVERE RAGIONE! Bravo! Complimenti! GENIALE!”

Frugoni. “Per cortesia Signor Dionigi, non ci si metta pure lei! Sono già abbastanza confuso così! (si rivolge a Magnum)…. Senta signor Magnum ….”

Magnum. “Non mi interrompa! Lei già sa chi sono io! Io sono Maaagnum!”

Frugoni. “Ho capito, è mooolto chiaro, lei è MAAAGNUM. Ma io sto visitando il signore qui, poi avrò tempo anche per lei. Mi lasci finire con lui e poi ne parleremo con calma. LE ASSICURO che ne parleremo con calma”

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Magnum. “Mi sono inceppato!

Mi sono inceppato!

Ho sparato una belinata!

Ho sparato una belinata!”

Dioniso “Ciao Max. Io mi chiamo Dioniso e non Dionigi come dice il dottore! Cosa ti hanno fatto? Perché sei arrivato qui? Ti hanno portato i poliziotti come è successo a me?”

Max.

“GENTILISSIMI POLIZIOTTI ITALIANI!

OGGI SERA SONO LE 20,30

STO A LETTO E PENSO DI ALZARMI PER MANGIARE QUALCOSA.

VIENE UN’OMBRA CON QUALCOSA DI TONDO IN MANO

E COMINCIA A PARLARE IN BAVARESE ‘KUM FANG DU A’.

DI COLPO MI VIENE IN MENTE CHE

IL SIGNOR MAIER CON LA SUA COMPRATA LAUREA

PUZZA DAL DI DIETRO

CON SGOMBRO AL NATURALE SPITZBERGEN.

IO VI VOLEVO TRAMITARE

CHE ALLA MIA BOCCA PASSANO STRANI ODORI

QUANDO MANGIO

O VADO A FUMARE.

OMBRA PER FAVORE

NON CONDANNARMI,

IO COME MAX!”

Dioniso. „ IL SIGNOR MAIER CON LA SUA COMPRATA LAUREA PUZZA DAL DI DIETRO! AH, AH, AH!“

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Frugoni. “Qualcun’altro vuole aggiungere qualcosa?“

Magnum. “IO!“

F. “Prego Signor Magnum, parli pure.“

Magnum.

“ORDINANZA

A TUTTI I SANITARI

IO, Magnum,

AGENTE VITTIMA DEL TERRORISMO,

GRAN PATRIARCA DEGLI ACHEI E PARLAMENTARE D’ITALIA

AVENDO I NOSTRI SCOPERTO CHE VOI DELLA CROCEROSSA CLERICONAZISTA

CURATE SOLO I PAZZI CRIMINALI ,

E

SOFFOCATE

STROZZATE

AVVELENATE

DISSANGUATE

GLI ONESTI

E STORPIATE LE OSSA

DEI BAMBINI APPENA NATI

PER LA COLPA DI ESSERE FIGLI DI NOI ONESTI VERI RELIGIOSI

COME AVETE FATTO CONTRO DI ME

CHE BENCHE’ FACCIA PARTE DI UNA DELLE FAMIGLIE PIU’ RELIGIOSE

PER LA VOSTRA INGORDIGIA E DEI VOSTRI COMPLICI DEI RACHETS

MERIDIONALI

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CANNIBALI

SPAGNOLI

GERMANICI

AUSTRIACI

E PERSINO

ETIOPICI

MAROCCHINI

Dioniso “Dio mio ‘GRAN PATRIARCA DEGLI ACHEI’, che esperienze terribili! Chi le ha fatto tutte queste cose!”

Frugoni: “Per cortesia Signor Dionigi, mi faccia ascoltare e se ne stia un po’ zitto!”

Magnum

FECERO INIETTARE STRICNINA A MIO ZIO GIANNI

SEQUESTRARE E INIETTARE STRICNINA A MIA ZIA LUISA

DALLA TERRORISTA INVASORA SPAGNOLA MACELLAIA

GIUSEPPA

E MASSACRARE A BOTTE IL MIO ONOREVOLE GENITORE

CHE PURE ERANO TESSERATI ALL’AZIONE CATTOLICA

E SOFFOCARE LA MIA MAMMA

E SI FECERO ATTI FALSI DELLE PROPRIETA’

DI CUI SONO IL SOLO LEGITTIMO EREDE

PERCHE’ I MIEI FRATELLI EBBERO SOLDI

E NON ACCUDIRONO NE’ FECERO COMPAGNIA AI MIEI FAMILIARI

LO STESSO HANNO FATTO MOLTI ALTRI VERI RELIGIOSI

PERSINO MITRAGLIANDO LE CULLE DEI BAMBINI

SOTTO LA PROTEZIONE DELLA MADONNA

MASSACRANDO A BOTTE E PORTANDO IN MANICOMIO

DOVE LI AVETE SOFFOCATI PERSINO I FASCISTI

CHE FECERO LA GUERRA DI SPAGNA

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MA SEPPURE SO CHE SIETE DEI MALEDETTI COSCRITTI

IL VERO POPOLO ITALIANO

MI HA ORDINATO DI PROMETTERVI IL PERDONO

DI QUESTE VOSTRE FOLLIE

SE STERMINATE TUTTI I CLERICALI DI OGNI CLERO

ECCETTO QUELLI INGENUI CHE ADORANO IL VERO PADRE ETERNO

I BOSS E I CRIMINALI DEI RACHETS

DIVISI NELLE VARIE CATEGORIE

A INIZIARE DA QUELLI CHE SONO

BOSSPARLAMENTARI

BOSSFUNZIONARI

BOSSIMPIEGATI

BOSSRELIGIOSI

BOSSDIPLOMATICI

BOSSPOLITICI

BOSSGENERALI

BOSSCAPIPOLIZIA

BOSSINDUSTRIALI

BOSSBANCHIERI

CRIMINALPOLIZIOTTI

BOSSMAGISTRATI

CRIMINALCARABINIERI

CRIMINALAGENTI SEGRETI E SPECIALI

E TUTTI I LORO SORDIDI FAMILIARI

COMPRESI I TERRORISTI STRANIERI

MOLTI DI CUI FANNO I MEDICICRIMINALI COME VOI

O SONO INFILTRATI NELLO STATO E NELLA SOCIETA’ ITALIANA

Dioniso “Incredibile, non ho mai sentito nessuno parlare così! IL VERO POPOLO ITALIANO MI HA ORDINATO DI PROMETTERVI IL PERDONO DI QUESTE VOSTRE FOLLIE. Ma GRAN PATRIARCA DEGLI ACHEI, chi e’ il vero popolo italiano, dov’è finito il vero popolo italiano?”

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Frugoni “Zitto!”

Magnum

E TUTTO QUESTO LO POTETE REALIZZARE

MAGARI FINGENDO CHE CI SIA UN’EPIDEMIA COME LA NIGRA

CHE UCCIDE TUTTI QUELLI CHE USANO OGGETTI NERI

L’AIDS STESSO

CHE E’ GIA’ IN GIRO

PERCIO’ VI ORDINO CHE FOTOCOPIATE LA MISSIVA

E NE MANDIATE UNA COPIA A TUTTI I SANITARI D’ITALIA

E ANCHE ALL’ESTERO

IN MODO CHE ENTRO UN ANNO LI FATE SPARIRE TUTTI

ANCHE SE CAPISCO CHE LA VOSTRA MISSIONE E’ PERICOLOSA

MA LO E’ ANCHE LA MIA

A INIZIARE DAL FATTO CHE MI SONO DOVUTO RIVELARE A VOI

PER ADEMPIERE AL MIO DOVERE

PERCIO’ SPERO CHE ADEMPIATE A QUESTA VOLONTA’

DEL VERO POPOLO ITALIANO

PERCHE’ I CLERICALI SIANO ESPULSI

CHE VIVONO DI PREPOTENZA NEL TERRITORIO ITALIANO.

ROMA, OGGI.

FIRMATO, Magnum,

IL PARLAMENTARE D’ITALIA.

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Max. “Anche io vorrei rispondere a Magnum:

“GENTILISSIMI POLIZIOTTI ITALIANI !

QUESTA NOTTE MI VIOLENTAVA DI NUOVO UN PENSIERO.

C’ERA LA TRASMISSIONE:

DOLLY PLACENTA SALTATEVELO ADDOSSO”.

I’M RISING!

HELL CAN MOVE IN MY OR HIS TRAMEZZEL!

POI ALL’IMPROVVISO

MI RICORDO LA FATALE VOCE

DEL MIO DENTISTA

QUANDO MI PRENDEVA IN BOCCA

LE IMPRONTE PER UNA OTTURAZIONE

E IO PENSAVO:

UNA VIOLENTAZIONE DEL DOMICILIO

PER UN HOMO SAPIENS

NON E’ MAI UNO SCHERZO

INFINITE GRAZIE.MAX.”

Dioniso “Dottor Frugoni, cosa è successo a Max e a Magnum?”

Frugoni. ” Forse la stessa cosa che è successa a lei signor Dionigi.”

D “Non la seguo, a me non sembra di essere arrabbiato come Magnum o spaventato come Max! (rivolto a Max)Una violentazione del domicilio non è mai uno scherzo, vero Max? ”

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F “Ne è così sicuro?”

D “Ma certo! Vorrebbe forse farmi cambiare idea? So bene come mi sento. Non ho certo bisogno che lei me lo dica o che cerchi di suggestionarmi!”

F (seccato e punto sul vivo cambia discorso)Va bene, adesso se vuole può parlare ancora lei Signor Magnum.”

Magnum.

“ONORE A TUTTE LE PERSONE PERBENE!

FRANCESCO CARNELUTTI

SPECCHIO NITIDISSIMO DI SAPIENZA GIURIDICA E DI RIGORE

NELLA SECONDA EDIZIONE DEL VOLUME “LA PROVA CIVILE”,

EDIZIONI DELL’ATENEO, ROMA,

HA SCRITTO:

‘SENZA CAPIRE, NON SI CAPISCE’.

IO NON HO MAI AVUTO ESAURIMENTI NERVOSI.

VENGO DA UNA RAZZA SANA DI CERVELLO E HO UN CERVELLO SANO.

L’AMORE PER LA GIUSTIZIA MI HA FATTO AVERE CONFLITTI CON CHI

NON SOLO NON CONOSCE LEGGI O REGOLAMENTI

MA CHE NEPPURE HA IL MINIMO SENSO DI GIUSTIZIA.

I FATTI, TUTTI I FATTI VANNO CAPITI CON ATTENZIONE.

IO NON HO FATTO NIENTE DI MALE, ANZI,

SE DEVO DIRLA TUTTA

IO HO CERCATO DI ESSERE UN IMITATORE

DELLA BRAVURA DEI GIUDICI

E QUINDI SONO SEMPRE ANDATO

IL PIU’ LONTANO POSSIBILE DAGLI ERRORI.”

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Dioniso “Bravo! Bravissimo! Senza capire non si capisce. Magnum, SI CAPISCE CHE lei è un grande. GRANDE, MAGNUM, AH, AH, AH!

Magnum:

HO DIFESO TRE BAMBINI DA UNA AGGRESSIONE DI UN CANE.

NELLO STESSO ANNO IN CUI ACCADDE QUEL FATTO,

2695 PERSONE FURONO MORSE DA CANI

(RISULTA ALL’ISTITUTO DI IGIENE)

E 2695 PRESTAZIONI DI PRONTO SOCCORSO

CON RELATIVO IMPEGNO DI MEDICI,

INFERMIERI,

VACCINAZIONI ANTITETANICHE

E ANTIRABBICHE

FURONO DOVUTE COSTARE ALLE CASSE DELLO STATO.

SE L’ISPETTORE DI POLIZIA AVESSE USATO CARTA CARBONE NON ESAUSTA E NON SCARBONATA

QUANDO EGLI RACCOLSE

LE MIE SPONTANEE DICHIARAZIONI ALLA QUESTURA,

TALI RAGIONI SAREBBERO STATE LETTE E CAPITE DA VOI.

SE AVESTE POTUTO LEGGERLE.

MA VOI NON POTESTE LEGGERLE PERCHE’ I FOGLI

ERANO E SONO ILLEGGIBILI.

CAPIRE.

BISOGNA CAPIRE.

SENZA CAPIRE NON SI CAPISCE.”

Frugoni “Vorrebbe aggiungere qualcosa Signor Max? E lei stia zitto Dionigi!”

Dioniso: “Come vuole dottore.”

F “Zitto!”

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Max.

“GENTILISSIMA CARABINIERIA ITALIANA!

E’ VENERDI, ORE 23,45.

SONO NEL MIO PRIVATO

E MI VOGLIO FUMARE UNA SIGARETTA..

MI SVESTO

MA

MI PUNGONO STRANI FILI

KE COME IO TEMO

SONO GLI ODORI MORTALI DI DOLLY.

SECONDO ME

PER GIOCARE A QUESTE ALTEZZE

CI VUOLE UNA CERTA EDUCAZIONE E RAGIONEVOLEZZA

MA DOLLY

CON IL SUO TRALLALACLUB

SI ORGOGLIA E NON MI NON CAPISCE.”

Dioniso “Ma chi è Dolly Placenta, Max? Perché ti trattava così male e perché sei così masochista nei suoi confronti? Dovresti reagire, riprenderti, non farti mettere i piedi in testa da lei!”

(rumore di tuono, lampi, poi musica assordante. Finita la musica:)

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Max.

“SUPERQUAKE!

DEVO DICHIARARE UNA SITUAZIONE.

DATO KE SONO FUMATORE

MI METTEVO NEL CORRIDOIO PER FUMARE UNA SIGARETTA.

SONO SODDISFATTO DELL’EFFETTO MA MI ARRIVA

ALL’IMPROVVISO UNA VOCE DALLA DESTRA.

PER NON ESSERE UNA PERSONA KE ESAGERA:

AVEVO THE ALLUCINATION.

IL PROSSIMO STRILLA TRAMITE I SUOI CANALI TELEVISIVI

UN ALTRO VUOLE FARMI CAPIRE CHE QUEL PUNTO

DOVE ERO

SUL NOSTRO BELLISSIMO MONDO

ERA CREATO CON RIME SU CARTA

UNA MENTALMENTE ELEVATA CORRISPONDENZA DELLA NATURA

E LA MENTE QUI, QUELLA CIRCONDA.

E’ IL MASSIMO!

POI ARRIVA RAINER.

FA IL JUMPING FLOPPY NEL MIO ALLOGGIO E AMMETTE:

‘HO TALMENTE TANTI SOLDI’.

STRILLAVA ANCHE MIA MADRE KE PER FARE FUORI UN

RAGAZZO MAX, TEMO KE SI CHIAMI COSI’,

SI E’ COMPRATA MEZZO MONDO.

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E LA PICCOLA DOLLY SI IMPOSSESSAVA PER SEMPRE

DEI SUOI LEGNI ED ARTISTICI LAVORI.

TEMO KE QUESTE GESTIKULAZIONI KE MI SONO CREDENZIATE

NORMALMENTE,

ANCHE NEL MIO MANGIARE SONO ABNORMALI.

SENTO A VOLTE CERTE SCOSSE SAN FRANCISCO,

INTERROTTO CAVI ELETTRICI,

FERROVIE DERAGLIATE,

TROPPE VALANGHE IN SVIZZERA,

EXXON VALDEZ SU SABBIA TIRRENA ROVESCIATA,

AFRICA, TURCHIA, CALABRIA, UN PO’ DI GRECIA,

SCATOLE NERE IN CERCA DEI PROPRIETARI,

CAVI DI DIVERTIMENTO SOPRA GRENOBLE,

CERTE ALLUVIONI IN ITALIA…

PERO’ SAPREMO SEMPRE DEL RAGIONEVOLE MAIER

CHE HA IL SUO TERRENO DELLA FEDE SOTTO IL PAESE

E MI CAGA CONTINUAMENTE NEL VINO!

GRAZIE PER LA ATTENZIONE E BUONA GIORNATA!

DISTINTI SALUTI, MAX.

(E SOSTENIAMO KE OGNUNO

DOVREBBE PORTARE IL SUO

PIANETA SULLE SPALLE!)”

musica

28

ATTO II

scena 1

(Al centro della scena c’è un letto matrimoniale , nel letto dorme una coppia, l’uomo, il dr. Frugoni, si alza improvvisamente a sedere, si sveglia lanciando un urlo, è in pigiama, apre gli occhi)

F. “Aaaah!”

Greta. (che viene svegliata dall’urlo e si spaventa) “ Cosa c’è?! Cosa succede?!”

F. “Un sogno spaventoso, un incubo!”

Greta “ Cos’hai sognato di così terribile?”

F. “Ho sognato un uomo, un militare, un uomo potente che voleva uccidere un paziente che ho ricoverato ieri in ospedale. Lo stava condannando a morte! Aveva un’espressione spaventosa in faccia, una maschera di odio e di disprezzo!”

Greta “E l’altro, il giovane, cosa faceva?”

F “Dopo un po’ che parlavano se n’è andato, forse è fuggito.” (guarda la sveglia sul comodino e si alza)

G “Ti preparo il caffé?”

F. “Sì, grazie”

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(Si alzano e si siedono a tavola per fare colazione: mentre i due consumano in silenzio, quasi immobili, a destra della scena compare un personaggio, una donna, vestita con un lungo abito bianco leggero. Entra danzando, poi si blocca, si porta le mani alla bocca e comincia a gridare verso il pubblico: è Miriam travestita da Erinni, da pazza scatenata, luci normali sulla scena):

Erinni/Miriam:

“SALVATE LA NOSTRA ANIMA

C’è un tale lì dentro che, a una mia prolungata scampanellata,

si è affacciato alla porta

– ‘Non si passa, resti sulla soglia, non è orario di ricevimento’

– ‘Scusi, mi faccia capire, l’orario vale anche per chi vuole parlare …’

– ‘Via, torni più tardi, legga lì l’orario. Via!, che chiamo i carabinieri!’

  • ‘Fate pure! Che io chiamo i vigili e arrivo prima di voi a denunciare la gravità di quella porta chiusa a chiave!

30

  • Le porte

DEVONO RESTARE APERTE

SEMPRE!

Adesso torno coi vigili! Aspettateli!’

E allora io arrivo trafelata, affannata, sconvolta (corre qua e là per la scena).

O Dio dove ritrovo i lager di Hitler! Con tanto di kapò in camice bianco, là fuori sul terrazzino, che chiacchierano.

Dichiaro di non aver visto né fumo né sigarette accese, lassù attorno a tre odiose inservienti (perché non servono!

Stan lì a chiacchierare, eppure è orario di servizio)

(In un contesto in cui c’è tanto da fare che uno non può permettersi di diventare grasso come quelle tre là).

Di più dovendo io insistere perché nessuno mi apriva.

Cercavo solo di contattare il direttore.

Possibile che non ci sia un usciere,

come ci sarà un centralino, come c’è sempre una portineria con portinaio presente!

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Signori Vigili, Signor Sindaco, e attraverso lei Signor Sindaco, attenta, popolazione tutta,

lì c’è un lager che più disumano di così non può essere.

Aiuto!

Venite ancora una volta, soldati USA, a liberare questi infelici trattati come pezze da piedi, no come cani, da cani,

perché ho sentito .. una vecchietta seduta con le spalle alla finestra,

si è voltata perché picchiavo sui vetri

(quanto molesta la mia presenza!)

e mi ha detto Vaffan .. ,

e non è stata chiara abbastanza,

allora ho accostato la mano dietro l’orecchio:

  • che cosa dice? Non capisco bene … ci sono i doppi vetri

– E allora ha gridato forte, stavolta è stato chiaro anche per me…

VA A FA’ IN CULO, VA A DA’ VIA EL CUL! VA A DA’ VIA I CIAP!

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Subito, d’accordo!

Sicuro, tutto per te, sorella cara, no, tu hai l’età di mia madre, mamma, per te , per salvarti … che qua se scoppia un incendio

e quell’energumeno che mi ha cacciata in malo modo non trova le chiavi,

tutti arrosto finirete, passerotti miei, fratelli cari, sorelle dolenti.

Adesso vado. Speriamo di trovare udienza.

Signor Sindaco, Signore Autorità.

Ditemi voi se non meritano di essere licenziate in blocco tutte quelle serve inutili,

tutti quei servitori infedeli al messaggio

“Onora il padre e la madre …”

cosa si deve intendere?

Soccorretemi, preti, e voi tutti del paese!

Ho frainteso? Solo mio padre, solo mia madre? Per me, per Dio!

Signori Vigili chiedo scusa se ho fatto la figura di parlare lì al comando

come una delle ERINNI della tragedia greca,

ma in nome di Dio!

Aprite quelle porte e …. liberi tutti!

Salvate i miei fratelli!

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E lì ho un fratello meraviglioso, UNA BELLA PERSONA,

che voglio tirar via subito subito, ancora oggi.

Adesso vado a cercare una casa, un appartamento per noi due.

Guai se mi dicevo … ‘Lui è in castigo, .. per tre giorni non può uscire’.

Sarà la volta che chiamerò i pompieri.

(Dopo il monologo dall’altro lato della scena emerge un’altra apparizione, un giovane incoronato, con un ramo d’albero in mano, è Dioniso come Puer Aeternus. Appena lo vede Miriam/Erinni parla di nuovo, citando Shakespeare)3

Miriam “Chi è costui, che sorge simile al figlio di un re, e porta sulla fronte il cerchio e il culmine della sovranità?”

Dioniso “Abbi tempra di leone, sii fiero, e non darti pensiero di chi si adira, si agita o cospira: Macbeth non può venire sconfitto finché la grande foresta di Birnam contro a lui salga la cresta di Dunsinane.”

Frugoni (non vede le due apparizioni ma le può sentire) “Cos’hai detto? (rivolto a Greta)

G “Non ho parlato!”

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F. “Mi sembrava che tu avessi detto qualcosa su degli alberi…”

G “Cosa hai sentito?”

F “Quando gli alberi della grande foresta di Birnam si muoveranno per te sarà finita!”

G “Mi sembra il Macbeth di Shakespeare! La profezia della sua caduta e della sua morte, la fine del tiranno usurpatore all’arrivo del legittimo re.”4

F “..Non capisco, forse anche questo è un sogno. … Ma adesso vado , si è fatto tardi, mi aspettano in ospedale. Ciao (si alza e va via)

G “Ciao.”

35

scena 2

(CAMBIO SCENA (si fa buio nella sala, poi torna la luce. Due uomini camminano uno incontro all’altro, si fermano a metà del palcoscenico. E’ sera , la luce è rosata, siamo all’aperto: sono Pilatus e Dioniso.) Dioniso è in abiti civili semplici, una camicia bianca, barba e capelli lunghi. Pilatus: è vestito con abiti militari, mimetica, anfibi. Deve però indossare un mantello rosso, segno del suo potere di governatore.)

Pilatus: “(declama a alta voce, fra sé) SE TUTTO E’ GIA’ STATO DETTO E FATTO A COSA SERVE RIPETERLO? NULLA PUO’ PIU’ CAMBIARE VERAMENTE NEL MONDO, ROMA E’ ETERNA! ROMA HA VINTO!”

Dioniso: “ (Risponde a Pilatus) L’essenza informa tutto e brucia al suo interno!”5

(i due si sforzano di riprendere un discorso interrotto da molto tempo)

Pl. “Dioniso, sei tornato!”

  1. Sì Pilatus, sono arrivato due giorni fa, come ti avevo promesso.”

PL. “Non credevo che che l’avresti mantenuta quella promessa…”

  1. Non sei l’unico, nessuno ha mai creduto veramente al mio ritorno…”

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PL. “Hai dato fastidio a troppa gente e anche a me…”

  1. La monotonia uccide, la noia uccide. Uccide soprattutto chi prova a eliminarla, ma non è riuscita a uccidere me, non ancora almeno..”

PL. “Hai detto bene! Non ancora! Abbiamo migliorato molto i nostri sistemi di repressione e di controllo. Da quando te ne sei andato via Roma è diventata ancora più potente…”

D. “L’inizio della fine per l’Impero…”

PL. “Non siamo mai stati così forti, tutto è nelle nostre mani!”

  1. Come la sabbia fra le dita!”

PL. “Perché sei sempre così sarcastico!? Perché pensi di avere sempre ragione tu?”

  1. Il mio non è sarcasmo. Vedi è arrivato l’autunno, i grappoli d’uva sono maturi e pronti per la raccolta, poi arriverà l’inverno… Tu non sei più lo stesso, invecchi, il mondo non è più lo stesso…”

PL. “Perché sei tornato in città? Pazzo!”

  1. Mi stanno aspettando.”

PL. “CHI ti sta aspettando? NESSUNO ti aspetta più ormai, manchi da troppo tempo, nessuno si ricorda più di te, neanche i vecchi.”

  1. Neanche tu?”

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(pausa) PL. “Io sì, … purtroppo…”

  1. Sei stato un debole, ma doveva andare così.”

PL. “Poteva anche andare in maniera diversa, ci ho pensato spesso. Tu sei la mia ossessione, tu sei l’unico che mi sono pentito di avere condannato. Non doveva andare così, dovevo resistere, dovevo salvarti, farti fuggire..”

  1. Anche se potevi salvarmi non lo hai fatto, doveva andare così. E’ ANDATA COSI’.”

PL. “Cosa provi adesso?”

  1. Una grande STANCHEZZA. Non so dove andare, mi serve un posto per dormire, sono SOLTANTO stanco, il viaggio è stato lungo…”

PL. “Vieni da me al Palazzo.” (è ansioso)

  1. No. Adesso fammi andare via. Avremo tutto il tempo di parlare d’ora in poi. Ciao, a presto.”

(Dioniso va via, esce di scena, Pilatus resta solo in scena. E’ molto scosso, triste, cupo,

in preda a sentimenti ambigui e ambivalenti. Oscilla fra due posizioni che entrano violentemente in conflitto fra loro)

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PL. (A capo chino, la faccia rivolta al pavimento, voce grave, piena di furore a mala pena controllato. Un tuono che rimbomba in lontananza fa da eco alle sue parole. Mentre parla solleva la testa e guarda in faccia il pubblico, lo sguardo è spaventoso, carico di odio e violenza omicida)

Sento l’odio che mi inonda. Sale dalle viscere del corpo e assalta la cittadella del cuore. Perché il suo arrivo libera il leone che dormiva? Dov’è la spada? Che io lo trafigga di nuovo quel mostro spregevole, quel demone maligno!

(estrae una spada dal fodero o una pistola dalla fondina)

(poco a poco placa la sua ira, abbassa l’arma, si mette a piangere)

Ecco sì, io lo volevo morto, MA LUI VIVE! VIVE! LUI vive e IO sono morto! (singhiozza, piange). Cosa vuoi da me maledetto? (rialza la testa con aria di sfida) Perché mi perseguiti con la tua presenza? Perché sei tornato qui?

(l’ira monta di nuovo)

Devo ucciderti, sì! Devo farlo! Ma stavolta non devo avere dubbi, lui è un nemico di Roma. Non devo avere rimpianti, l’ordine va mantenuto, la legge di Roma lo esige. Lo schiaccerò come una zanzara, come allora!”

musica

40

scena 3

(CAMBIO DI SCENA: UNA STANZA NELLA CASA DI MIRIAM, L’AMANTE DI DIONISO. La casa di Miriam è situata all’interno di una torre delle antiche mura della città)6

(Dioniso entra in scena da destra, si ferma prima di entrare nella stanza, come se fosse fuori dalla soglia, e chiama a alta voce.)

Dioniso. “Miriam, Miriam!“

(Compare Miriam, giovane donna sulla trentina, occhi scuri, capelli lunghi, gonna, camicetta)

Miriam. “Dioniso sei qua! Sei tornato! (si abbracciano a lungo) Dove sei stato tutto questo tempo?!

  1. Ho bisogno che tu mi ospiti per un po’ di tempo”
  1. Sì, certo, non ti preoccupare. MA DOVE SEI STATO TUTTO QUESTO TEMPO?!

PERCHE’ SEI TORNATO?“

  1. Te l’avevo promesso. Non ti ricordi più?“

M “ Sì, certo che me lo ricordo, ma so anche che ti avevano esiliato. Qualcuno ha anche detto che i sicari del governatore Pilatus ti avevano ammazzato appena sei uscito dalle mura della città!“

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D. “Qualcosa di vero c’è in questa voce popolare. Quello che ero prima è morto. Non hai davanti la stessa persona che hai conosciuto tre anni fa, Miriam.”

  1. Dove sei stato in tutto questo tempo, con chi sei stato?”

D. “Gelosa?”

  1. No! Curiosa!”
  1. Furiosa?”
  1. Smettila! Non fare i soliti giochi di parole! Rispondimi!”
  1. Sono stato all’inferno, quello vero.”
  1. Non….non capisco… Cosa vuoi dire?”
  1. Nel regno di Satana, dell’Avversario…”

M “Cioè? Continuo a non capire!”

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D “ ….Non puoi capire, guarda qui. (estrae dalla tasca una scatola di psicofarmaci e gliela mostra) I più grandi vantaggi ci derivano dalla follia… 7

  1. Cos’è?”
  1. Psicofarmaci. Qualcuno afferma che io sono stato malato e quello stesso afferma che io ora sono guarito. Ho passato tre anni in una comunità per schizofrenici. Operatori bravi, gentili, competenti, comprensivi, poco perspicaci ma ottimi cuochi. Non so come ho fatto a cavarmela ma per fortuna mi hanno lasciato andare, senza un perché.”
  1. (urla) “PILATUS! E’ lui che ti ha fatto rinchiudere lì!”
  1. Lo credo anch’io. Sono stato al gioco finché non si sono stancati di me e mi hanno dimenticato.”
  1. E adesso cosa vuoi fare?”

D.”Voglio parlare con Pilatus.”

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M “Con Pilatus! Il governatore, il tuo persecutore, l’uomo che ti ha condannato all’esilio e alla morte civile!”

D “Sì, proprio con lui, è necessario che parli con lui, ma non subito. Del resto l’ho già incontrato di sfuggita mentre arrivavo in città. Non mi sembra ancora pronto per i miei discorsi, è quasi come tre anni fa. “

Miriam “Perché vuoi di nuovo parlare con lui?”

Dioniso “E’ finalmente arrivato il tempo di parlare con lui, ecco il perché. E’ arrivato il tempo di chiarire ogni cosa, ogni malinteso, il tempo di sgombrare il campo dagli equivoci.”

M “Come sei strano! (gli accarezza i capelli) Non sembri malato e nemmeno uno che torna dalla galera. Chi sei, Dioniso?”

D “Sono il tuo nuovo re, Miriam” (si baciano)

M “Adesso però ti siedi qui, mangi qualcosa e mi racconti tutto per filo e per segno. (lui si siede a tavola, lei gli offre qualcosa e lo osserva, se lo mangia con gli occhi ma senza voracità) Ti hanno ricoverato?”

D “Sì. Non capivano quello che dicevo loro, si sono spaventati… (pausa)… Ma non posso dargli torto, non stavo bene dopo l’ultima discussione con Pilatus e non sono riuscito a spiegarmi bene, a essere comprensibile. Così hanno creduto che le mie idee fossero un delirio mistico.“

M “Ma tu non sei uno schizofrenico! NON STAVI DELIRANDO!

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D “ A volte il confine fra follia e sapienza è difficile da segnare Miriam e sul confine la gente a volte muore ammazzata per errore!“

M “O per volontà di Pilatus, ma questa è un’altra faccenda!“

D “Comunque per loro le cose che affermavo erano un delirio, un delirio mistico. Così hanno diagnosticato. Suona scientificamente bene ma i poveretti erano piuttosto lontani dalla vera realtà del mio discorso, purtroppo erano immersi in un delirio normativo gravissimo e senza speranza di guarigione!“

M “ DELIRIO….MISTICO….“

D “ Ti sembra così strano? Il confine fra sapienza e pazzia è questione di un capello! E la cosiddetta intelligenza delle masse non la potresti forse chiamare grave follia?! Chi dà l’ordine di costruire una bomba nucleare è forse normale? E’ più chiaro adesso? Ti è più chiaro dove è il confine? Dioniso è pazzo o è pazzo chi rinchiude Dioniso? Quale delle due follie è la più saggia? “

M “ L’AROMA DI MORA ORA E’ A ROMA, AMORE!“

D “Cos’hai detto?“

M “ (RECITA COME UNA FILASTROCCA) L’AROMA DI MORA ORA E’ A ROMA, AMORE! E’ il mio nuovo delirio olfattivo. Ti piace tesoro? Sento che devo farmi una doccia e ho pensato di dirtelo così. Spontaneamente delirando.“

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D “Che acuta ascoltatrice sei , è bello parlare con te, dà soddisfazione!“

M “Certo più di Pilatus, che appena gli hai versato nella conca auricolare una delle tue solite frasi metafisiche del tipo ‘ COLUI CHE CONOSCE SE’ STESSO IL MONDO NON PUO’ CONTENERLO’ ha pensato bene di smentirti subito con un ricoverino …“

D “Un che?“

M “UN RI-CO-VE-RI-NO IN UN RE-PAR-TI-NO DI UN O-SPE-DA-LI-NO…! Invece io penso che conoscendo me stessa e il mio aroma attuale, un box doccia potrà contenermi… né mi sentirò ferita nel mio narcisismo come Pilatus. C’è posto per tutti, anche in un box doccia. Hai colto il suggerimento della vampira?”

D “Molto dionisiaco, Miriam. Complimenti!“

M “Grazie Maestro!“

D „Ma come vedi adesso non riescono veramente più a contenermi, a rinchiudermi. Il muro si è rotto e io sono di nuovo qui.“

(Improvvisamente Pilatus fa irruzione in scena. Ha bussato alla porta ma non ha aspettato la risposta. Dioniso e Miriam ammutoliscono e lo osservano. M. È spaventata, D. ha uno sguardo sereno e severo. In un angolo della stanza compare il Matto dei tarocchi con una grande sfera d’oro in una mano e un ramo d’albero sempreverde nell’altra.)

Pilatus „Lo sapevo che ti avrei trovato qui!“

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  1. Non mi sono mai nascosto governatore, lo sai.“

P „ Adesso me lo dici perché sei tornato? Da quando sei qui io non dormo più. Sogno aerei che bombardano la città dal cielo con il napalm e draghi che escono dal mare…“

D „Stai passando fra l’acqua e il fuoco, il tuo mondo è sconvolto governatore! Il Leviatano e l’aquila ti stanno scoppiando dentro. E’ la tua piccola apocalisse personale! Complimenti!“

P „Non scherzare Dioniso! Non mi piace venire preso in giro, non mi piace la tua ironia!“

D „Guarda che ti sto veramente facendo i miei complimenti perché sei arrivato dove anche il mondo dovrà arrivare, ma tu almeno sei ancora in grado di capire cosa ti sta succedendo mentre il mondo no, non riuscirà proprio a capirlo!“

P „Cosa vuoi dire?“

M „Vuol dire che sei passato attraverso l’acqua e attraverso il fuoco, governatore. Per il mondo e per te significa il crollo della diga, delle certezze. Ora osserva Dioniso, osserva la cascata che unisce la sorgente al fiume. E’ come ritornare alle fonti del tuo essere. E’ la vita del mondo che nasce, la morte del mondo che muore…“

P „Morte della diga, nascita della cascata, ritorno alla fonte… Ma io sono diga o fonte, Dioniso?“

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D „Ieri eri una diga di calce-struzzo, governatore che tieni la testa sotto la sabbia per non VOLER vedere il sole! Oggi non saprei, dipende da te. CHI VUOI ESSERE PILATUS? L’ARMATURA OPPURE CHI LA ABITA? LA SCORZA O IL NUCLEO DEL TUO ESSERE?“

P (urla, arrabbiato e punto sul vivo)„ Ti avevo già fatto bandire dalla città, ti avevo già fatto seppellire sotto la terra…“

D “ Ora sono uscito dall’acquario in cui mi avevi rinchiuso e torno a guizzare come un pesce nell’acqua del mare. Questa volta non riuscirai più a catturarmi, è impossibile. SCIVOLERO’ FRA LE TUE DITA.“

P (rassegnato)“ Non ho più voglia di catturarti. Attendevo il tuo ritorno. (punta l’indice su di lui) MA TU CHI SEI, DIONISO?“

D „ IO SONO.“ (a questo punto le luci in scena devono calare DI COLPO e un forte fascio di luce deve illuminare le mani di Dioniso mentre indicano la sfera d’oro del Matto, che nel frattempo si è avvicinato a lui, e il ramo verde. Fragore di tuono seguito da musica a alto volume tipo ‘Light my fire’ dei Doors oppure Haendel, l’aria ‘for unto us a child is born’ del Messia)

PAUSA

Pilatus. “Ho aspettato anni che tu tornassi in città. Ho pensato sempre di avere fatto bene a mandarti via. Fino a ieri non sopportavo l’idea di vederti qui.”

50

Dioniso “E allora che cosa è cambiato governatore? Perché hai improvvisamente smesso di detestarmi?”

P ”Perché il mondo è sommerso dal caos… Il mondo brucia…”

D “Se l’uomo distrugge l’ordine naturale, l’ordine naturale distrugge l’uomo… Il nucleo si manifesta alla periferia, la periferia ti mostra come è il centro. Il disordine dell’uomo genera il disordine del mondo come anche è vero il contrario: l’armonia dell’uomo crea l’armonia del mondo. Nessuno è innocente, tutti sono coinvolti. Il tuo mondo ora si sta distruggendo da solo perché è vecchio, è confuso, è arido, è secco.”

Pl. “Fuori è come dentro…”

D “Tutto è collegato, il mondo è un ecosistema in cui ogni cosa ha il suo posto, il suo ordine. Bisogna stare molto attenti quando si muove qualcosa in un organismo cosmico così delicato e potente, non si possono conoscere tutte le conseguenze dei nostri comportamenti contro natura, contro l’unità del Tutto, contro Dioniso…”

(Pilatus è molto abbattuto, non sa se essere felice oppure tornare ai sentimenti di rancore contro Dioniso che difende l’ordine naturale del mondo, che contrasta con il suo, e che dice cose per lui poco comprensibili e quasi inaccettabili)

PL. “Continui a dirmi cose incomprensibili, non ti capisco. Non ho voglia di ascoltare i tuoi discorsi (urla e si tappa le orecchie con le mani) Smettila! Smettila! L’ORDINE E’ ROMA, E’ ROMA, E’ ROMA!”

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D “Sei il primo a non credere alle tue stesse parole! Invece è tutto molto più semplice Pilatus. E’ per questo che non lo vuoi capire! C’è l’ordine del tuo ego e quello del cosmo. Puoi scegliere. Amore oppure odio? Unità o divisione? Via di mezzo armoniosa oppure estremi di comportamento distruttivi? Mai sentito parlare del volo di Icaro o della torre di Babele? ”

P “ Quello che tu dici è intollerabile!”

D “L’amore è intollerabile? Il cuore è intollerabile? Il corpo e lo spirito sono intollerabili per la mente? La vita è intollerabile? La danza, il vino sono intollerabili? ‘Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato. Abbiamo cantato lamenti e non avete pianto!’ 8

Pl “No, sì ….non so… “ (cede, piange)

D “Ricordati che l’energia verde che IO SONO, l’erba e gli alberi, la vite, l’edera e il pino, tutti perforano l’asfalto e sgretolano il cemento armato. E ricordati che le corazze non possono difenderti a lungo dal sole.”

Pl. “ Tu sei pazzo! Tu sei pazzo! (urla) L’ho sempre saputo che eri matto, e pericoloso! Lascia in pace questa città!”

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D “La pace dei cimiteri e del marmo bianco, la pace dei morti viventi? Sei uno zombie Pilatus e quel che è peggio è che non ne sei consapevole e te ne vanti. Ma ogni sera, chissà perché, ti prendi un ansiolitico per dormire! Non vedi i muri che crollano, non senti le urla dell’abisso, non vuoi vedere la sofferenza? Stai difendendo l’indifendibile, l’ordine dei morti viventi! Non puoi più rimuovermi, puoi solo scegliere se amarmi o odiarmi, chi sta vicino a me sta vicino al fuoco 9…”

P “Mi sono pentito di averti fatto esiliare, non voglio ripetere questo errore, ma non riesco ancora a chiederti di perdonarmi!”

(Miriam si avvicina a Pilatus e lo abbraccia. Poi gli accarezza i capelli, materna)

Miriam “ Governatore, l’orgoglio ti sta uccidendo. Tu senti che Dioniso è nel giusto ma vuoi continuare a perseguitarlo. Non ti è bastato l’orrore di questi secoli per placare la tua ira e la tua fame? Apri il tuo cuore governatore, lascia che io ti tolga la corazza dal petto (Miriam gli mette una mano sul cuore). Io so che tu lo ami come lo amo io. Arriva un giorno il momento, ed è questo, in cui ci si deve abbracciare, un giorno in cui la terra deve unirsi al cielo e smettere di essere in conflitto con lui.”

Pilatus (allontana Miriam in malo modo, la spinge via da sé con una mano, poi si rinchiude in sé stesso, cupo, pieno di rancore e di paranoia) Non ti sopporto taci!”

53

(Miriam si avvicina di nuovo, non ha paura della rabbia omicida di Pilatus) “Devi guarire governatore, devi guarire dalla tua cecità e dalla tua sordità. Sei chiuso dentro un mausoleo di pietra, dentro una scatola di ferro, governatore. Sei nelle tenebre dell’inferno!”

Pl. “Non ti sopporto più, taci!”

M “Sei stato troppo tempo al buio governatore, la luce ti dà fastidio ma senza luce gli occhi si ammalano e non vedono bene..”

P “Potrei farti rinchiudere insieme a Max e a Dioniso se solo lo volessi!”

M “Hai già sbagliato una volta governatore, tanto, tanto tempo fa.”

P “Non mi pento! Non mi pento! No! No! No! (pausa) Sì! Sì! Sì! (piange, crolla di nuovo, cade prima in ginocchio e poi con la faccia a terra) Pietà di me, pietà di me, perdonami Dioniso! Da secoli aspetto il tuo perdono, da anni ripenso al giorno in cui ti ho esiliato e rinchiuso! IL PAZZO SONO IO E NON TU. IO DOVEVO VENIRE RINCHIUSO E NON TU. Ho aperto il cuore dell’atomo ma non sono stato capace di aprire il mio!”

D “Da sempre sei stato perdonato Signore della Guerra, da sempre governatore Pilatus!”

P “Te lo chiedo ancora. Chi sei tu, Dioniso?”

D “Io sono te e tu sei me!”

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P “Non ti capisco!”

D “IO SONO la sorgente e tu il fiume e la foce, IO SONO il centro, tu sei la periferia, IO SONO il nucleo, tu la scorza. Tu sei il cerchio della ruota, IO SONO il mozzo, tu sei la terracotta del vaso, IO SONO il vuoto interiore che gli permette di accogliere l’acqua e senza il quale non potrebbe avere la sua funzione. IO SONO il tuo gemello immortale, tu sei il mio gemello mortale, indivisibili come l’idea e la forma. IO SONO quanti di energia pura, neutroni, elettroni, fotoni invisibili, tu sei proteine, cellule e muscoli visibili, energia condensata in materia che obbedisce a leggi diverse da quella subatomica.”

P “Quindi siamo fratelli, tu luce e io oscurità. Io, EGO, Pilatus, albergo in me lo specchio opaco della coscienza. Fra noi c’è lo stesso rapporto d’amore e di attrazione gravitazionale di quello che c’è fra il sole e la luna che ne riflette la luce, ma che non ha una sua propria luce! “

D “La sorgente del fiume è unita alla foce anche se sono molto distanti, così IO lo SONO a te. E sono distante solo in apparenza. Non mi vedi solo perché hai perso la capacità di ascolto, sei sordo, sei frastornato dai rumori del mondo che ti distraggono, spostano la tua attenzione fuori. L’acqua ci unisce sempre, siamo due forme della stessa acqua, della stessa energia cosmica. Siamo uguali. Apri gli occhi e mi vedrai, la vita è ovunque, il mondo è il corpo di Dioniso! ”

P “Adesso possiamo camminare insieme…”

55

(mentre parlano si avvicinano sempre di più. Miriam tiene Pilatus con una mano e Dioniso con l’altra 10, poi unisce le loro mani e esce di scena. I due restano mano nella mano in scena, in piedi)

MUSICA

In scena entra di nuovo il Matto dei Tarocchi. Dioniso e Pilatus escono di scena, portati via da infermieri in due barelle, Pilatus da Max e Magnum, Dioniso da Frugoni e Prudenzi. Resta in scena solo il Matto per un po’, la luce a quel punto deve cadere solo su di lui e sulla sfera d’oro, che tiene con le due mani. La solleva alzando le braccia in alto. Poi poco a poco, si smorzano le luci

BUIO.

FINE

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1Olimpiodoro che cita l’esortazione di Zosimo a Theosebeia. Cit. in Jung, L’albero filosofico.

2 La pantera è una delle teofanie di Dioniso come il leone o il toro.

3Macbeth

4L’uomo verde, l’essenza, Dioniso, che sconfigge la mente diabolica, l’usurpatore della coscienza, il falso re rappresentato da Macbeth.

5La dialettica è fra profano e sacro, fra mente terrestre e mente celeste, fra esistenza e essenza le due polarità della vita.

6TORRE in ebraico si traduce con ‘MIGDAL’ . Da questa parola deriva il nome della località di Magdala. Miriam della torre diventa quindi Miriam di Magdala, Maria Maddalena.

7Citazione di Socrate, dal Fedro di Platone. Si tratta della ‘buona follia’, quella che ci apre la via alla comunione con il divino, dell’entusiasmo nel senso proprio del termine: vi è qui entheos, l’anima riempita dal dio, la possessione da parte del dio. L’angoscia caratteristica dello stato di psicosi, le grandi fobie, la depressione grave, gli stati di demenza hanno un meccanismo d’azione analogo ma il limite fra queste e la follia sacra, la ‘buona follia’ di Socrate, è difficile da fissare. La possessione divina che diventa un dono, esperienza del non-io, dello sconosciuto manifestato che si impossessa della persona, è la forza divina che innalza l’anima verso l’espressione della sua verità interna (follia profetica, provocata da Apollo, iniziatica, provocata da Dioniso, simbolico-poetica, provocata dalle Muse o erotica, provocata da Afrodite e Eros). La follia divina non è esente da pericoli e può in ogni momento trasformarsi nel suo proprio contrario, in malattia mentale, possessione negativa.

8Vangelo di Luca, 7,32.

9Vangelo di Tommaso, logion 82: ‘Chi è vicino a me è vicino al fuoco! Chi è lontano da me è lontano dal Regno.’

10Sono qui rappresentati i tre livelli tradizionali dell’uomo vero, realizzato, iniziato, reale (nel senso etimologico del Re, colui che era in relazione con la Realtà profonda dell’Essere): Dioniso è lo Spirito universale, abissale, l’energia cosmica, l’infinito, l’Albero, Pilatus, è l’uomo naturale, l’ego, la superficie, il limite individuale, la foglia, Miriam è l’anima che ne permette l’unione, il mondo intermedio psichico fra i due che crea il collegamento, la religio, il tronco dell’albero, la colonna vertebrale, la torre, la scala che unisce cielo e terra.

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