Qualcosa di nuovo sopra il sole, di Maurizio Albertini

Maurizio Albertini

QUALCOSA DI NUOVO SOPRA IL SOLE

(ABOLIRE IL VECCHIO, STABILIRE IL NUOVO)

1) In un contesto in cui l’1% della popolazione mondiale opprime il restante 99% con guerre senza fine, sostanzialmente di ricchi contro poveri, per mantenere e accentrare sempre più il potere, la gestione delle materie prime e dei flussi di denaro e che tenta di mettere in piedi una società distopica globale sempre più pervasiva, paranoide e controllante a suo favore, appare veramente necessario mettere a fuoco e comprendere la mente psicopatica di questa élite occidentale che pretende di volere il dominio sul mondo e sui governi, sull’uomo e sulla natura.

Il dominio sulle coscienze attraverso il controllo e la manipolazione dei mezzi di comunicazione, dell’informazione di ogni tipo (politica, finanziaria, economica, scientifica, sanitaria, giornalistica, ecc.), delle immagini (spettacoli, film, serie televisive, internet, propaganda occulta, ecc.) ci ricorda ancora una volta l’idea marxiana che le idee dominanti sono quelle della classe dominante.

E’ ancora possibile interrompere questa narrazione ipnotica psicopatica che genera smarrimento, confusione, sconforto, disordine, disorientamento? Forse più che possibile è doveroso e indispensabile, visti i risultati sempre più devastanti a tutti i livelli (dal clima allo stato di diritto, al welfare, alla sanità pubblica, ecc.) di quello che appare sempre più in maniera palese come un vero delirio megalomanico di potere.

2) Se mi identifico in quello che deve ancora venire, in quello che ancora non conosco, se cerco di accogliere in me un germe del futuro cosa riesco a percepire?

L’esigenza del nuovo nasce ovviamente dalla constatazione dell’agonia del vecchio, del suicidio dell’Occidente. Lo stupore, il senso di impotenza, la fascinazione paralizzante e l’orrore con i quali assistiamo agli attuali massacri di civili in guerra e di macelleria sociale in Italia e nel mondo esigono una riflessione che vada oltre la cronaca e la conta dei morti e oltre la spiegazione puramente economica del mantenimento a tutti i costi dei privilegi da parte di una oligarchia ricchissima . Esigono anche una ricerca forte di ordine interiore per evitare il rischio di farselo imporre dall’esterno (totalitarismo).

Almeno lo esigono per me, il cui mestiere è quello di dover cercare le cause superficiali e profonde dei comportamenti umani psicopatici e non, e a cui viene richiesta una correzione degli stessi quando diventano devianti e aberranti dalla norma.

Ma se è la norma a diventare deviante e aberrante dall’umanità e dall’anima? Se è la ragione di stato dell’Occidente a dettare norme devianti e aberranti, psicopatiche, a accettare massacri, morti sul lavoro, abolizione della Sanità Pubblica, a non cercare la pace e la concordia ma la guerra cronica e la divisione?

Cosa è un germe del futuro? Come lo rappresento? Come posso trovarlo in mezzo al caos, alla confusione, alla cacofonia di voci mediatiche contraddittorie e spesso false. L’unica certezza è constatare la progressiva sensazione di angoscia e distruzione, il progressivo crollo di competenze e emergere di stupidità, il progressivo sentimento di mancanza di legge morale e di corruzione, il disinteresse per l’umano, la cinica volontà di trasformare l’altro da soggetto a oggetto, al limite oggetto senza vita, cadavere. L’ego narcisista devitalizzato psicopatico irradia morte intorno a sé, si difende per mantenere una diabolica immagine di purezza, senza ombra di sofferenza o nera depressione, che viene rimossa e proiettata (e poi uccisa).

Abbiamo già visto questo fenomeno di oggettivazione psicopatica molto attivo nel secolo scorso nelle due guerre mondiali. I morti nelle camere a gas venivano eufemisticamente chiamati ‘pezzi’. Quanti pezzi (Stücke) abbiamo bruciato oggi? Questo chiedevano le SS tedesche agli schiavi dei Sonderkommando che gestivano i forni crematori ad Auschwitz (e altrove). Ma se lo chiedevano forse anche gli americani dopo le esplosioni su Hiroshima e Nagasaki o sul Vietnam o sull’Irak o gli inglesi dopo i bombardamenti a tappeto sulla Germania o i giapponesi dopo le stragi in Cina, ecc. ecc.

Adesso ci risiamo, è tornato a soffiare questo vento nel mondo, il vento del dominio della materia senza spirito e del denaro: in Occidente si chiama ‘il Nuovo Ordine Mondiale’. E non è comparso da poco ma da molti decenni.

Mi chiedo: quale è il germe che l’attuale Erode mondiale sta cercando di liquidare e che sta comunque emergendo, nonostante i tentativi sempre più massicci e raffinati di sterminio (anche la sempre maggiore difficoltà della popolazione ad accedere a servizi di sanità è un subdolo metodo di riduzione della popolazione)?

3) Se niente c’è di nuovo sotto il sole devo sapere SEMPRE che molto o qualcosa di nuovo è sopra il sole. Cosa significa questo? Significa che il mondo della coscienza dell’io, del quotidiano, degli usi e costumi, della vita di tutti i giorni che sembra un susseguirsi di eventi che si rimescolano sempre uguali (trionfi e cadute, nascite e morti, perdite e guadagni, prevedibili statistiche) non tiene mai conto del substrato che la sostiene e in cui si immerge e dove scompare ogni notte quando va a dormire. Questo mondo dell’anima e dell’inconscio giace SOPRA il sole, cioè aldilà del campo di coscienza limitato dell’io (coscienza = sole, luce), e da lì proviene il nuovo, la trasformazione, il mutamento, l’imprevedibile, la morte.

Imprevedibile per l’io, non per l’anima, substrato profondo, vulcanico, lavico dell’io (se immaginiamo quest’ultimo come la crosta terrestre e l’anima e l’inconscio come le energie al centro della terra, nel fondo dell’essere, di cui l’io è solo periferia). Noi non siamo più capaci di fare esperienza individuale dell’anima, della Valle Oscura o della Femmina Misteriosa, simboli del Tao, della Via, di ciò che giace sopra il sole. Come scriveva Carl Gustav Jung: “Lasciare che l’inconscio vada per la sua strada e sperimentarlo come una realtà è qualcosa che va oltre il coraggio dell’Europeo medio” (Opere, Vol. 12, paragrafo 60).

Senex et puer, il vecchio muore (il ‘Dio è morto’ di Nietsche, la fine del cristianesimo in Occidente) il bambino nasce (un nuovo mito, una nuova religione), nulla lo può impedire. Ma cosa nasce adesso?

Vorrei farvi leggere una poesia di William Butler Yeats del 1919:

THE SECOND COMING

Turning and turning in the widening gyre

The falcon cannot hear the falconer;

Things fall apart; the centre cannot hold;

Mere anarchy is loosed upon the world,

The blood-dimmed tide is loosed, and everywhere

The ceremony of innocence is drowned;

The best lack all conviction, while the worst

Are full of passionate intensity.

Surely some revelation is at hand;

Surely the Second Coming is at hand.

The Second coming! Hardly are those words out

When a vaste image out of Spiritus Mundi

Troubles my sight: somewhere in sands of the desert

A shape with lion body and the head of a man,

A gaze blank and pitiless as the sun,

Is moving its slow thighs, while all about it

Reel shadows of the indignant desert birds.

The darkness drops again; but now I know

That twenty centuries of stony sleep

Were vexed to nightmare by a rocking cradle,

And what rough beast, its hour come round at last,

Slouches towards Bethlehem to be born?

LA SECONDA VENUTA

Ruotando e roteando nella spirale che sempre più si allarga

Il falco non può udire il falconiere;

Le cose si dissociano; il centro non può reggere;

E la pura anarchia si rovescia sul mondo,

La torbida marea del sangue dilaga, e in ogni dove

Annega il rito dell’innocenza;

I migliori mancano di ogni convinzione, mentre i peggiori

sono pieni di ardore appassionato.

Certo qualche rivelazione è vicina;

Certo si approssima la Seconda Venuta.

La Seconda Venuta! E le parole sono appena dette

che un’immagine immensa sorta dallo Spiritus Mundi

Mi turba la vista; in qualche luogo nelle sabbie del deserto

Una forma dal corpo di leone e dalla testa d’uomo

Con gli occhi vuoti e impietosi come il sole

Avanza con le sue lente cosce, mentre attorno

Ruotano le ombre degli sdegnati uccelli del deserto.

Di nuovo cade la tenebra; ma ora so

Che venti secoli di un sonno di pietra

Furono trasformati in incubo da una culla che dondola

E quale rozza bestia, giunto finalmente il suo tempo,

Avanza verso Betlemme per nascere?

Sono passati più di cento anni ma la situazione iniziata allora è solo peggiorata, dal 1914 la distruttività psicopatica ha fatto di nuovo mostra grandiosa di se stessa con l’avvento del nazismo nel 1933 e della bomba atomica nel 1945, ma il nuovo nasce, ancora percepito come qualcosa di mostruoso e sconvolgente da parte del vecchio io occidentale (un essere solare mezzo leone e mezzo uomo, il lato oscuro del Cristo-Sole-Coscienza?).

Edward Edinger scrive nel 1980 (The creation of consciousness, Inner City Books): “Questa poesia, pubblicata nel 1921, è stupefacente per come in maniera succinta affronti i maggiori temi che riguardano lo stato della psiche collettiva. Il magico cerchio del nostro mandala si è rotto e il significato è scomparso. L’ego-falco ha perso il collegamento con il suo creatore, liberando livelli primitivi dell’inconscio dal controllo. Il caos che ne consegue richiama come compensazione la nascita di una nuova dominante psichica centrale. Cosa potrebbe essere? L’Anticristo? L’allusione alla Sfinge suggerisce che noi dobbiamo di nuovo affrontare l’enigma della Sfinge e chiederci molto seriamente, ‘Quale è il senso della vita?’. E’ la perdita del nostro mito strutturante che è la causa profonda del nostro malessere individuale e sociale, e niente se non la scoperta di un nuovo mito centrale risolverà i problemi dell’individuo e della società. Tuttavia un nuovo mito si sta formando e C. G. Jung era ben consapevole di questo fatto. Un analista junghiano aveva fatto questo sogno:

Un tempio di grandi dimensioni era in costruzione. Per quanto lontano potevo vedere – davanti, dietro, destra e sinistra – c’era un incredibile numero di persone che costruiva su pilastri giganteschi. Anche io stavo costruendo sopra un pilastro. L’intero processo di costruzione era solo all’inizio, ma le fondamenta erano già lì, il resto della costruzione cominciava a salire, ed io con molti altri ci stavamo lavorando sopra.

A Jung era stato raccontato questo sogno e aveva commentato: ‘Sì, sapete, questo è il tempio che tutti stiamo costruendo. Non conosciamo le persone perché, credetemi, costruiscono in India, in Cina, in Russia e in tutto il mondo. Questa è la nuova religione. Sapete quanto ci vorrà perché sia costruito?… circa seicento anni’(Max Zeller, ‘The task of the analyst’, Psychological Perspectives, 6, SPRING 1975, pag. 75)”.

4) La personalità psicopatica cela il nuovo e paradossalmente ne favorisce l’emergere pur cercando di combatterlo, esattamente come Erode che cercando di uccidere il Re che lo avrebbe spodestato sterminando tutti i neonati ha accelerato la propria caduta (Gerusalemme è caduta in mano ai Romani nel 70 d.C.) e non ha impedito l’arrivo della coscienza cristica. L’ego psicopatico cela il nuovo perché la possessione da parte del Sé profondo può generare un grande complesso di potere, una inflazione dell’io.

E’ anche vero però che il desiderio di possedere tutto il mondo e tutte le sue ricchezze è una immagine infantile perversa, un segno di grave immaturità dell’io occidentale: è il bambino che non ha ancora sviluppato un complesso dell’io ed è in contatto con la totalità della personalità, il Sé, ma se nel bambino questo è un fenomeno normale e spontaneo, nell’adulto è solo patologia. Al bambino vanno posti argini al desiderio e ai capricci, all’adulto psicopatico e gravemente competitivo, avido e possessivo anche. Anche il bambino ha bisogni narcisistici, ha bisogno di essere ascoltato e osservato per esistere e crescere, nell’adulto il narcisismo eccessivo, la chiusura in se stessi e l’indifferenza all’altro, è segno di patologia e immaturità.

In questa logica il bisogno esagerato di possesso è l’espressione dei bisogni di un bambino molto piccolo in un adulto con enormi vuoti affettivi e animici e che non riesce a crescere (e il mondo, la Terra, sostituiscono la madre da divorare insaziabilmente, bulimicamente, senza freni). Il male è il blocco nello sviluppo, l’ostacolo alla crescita, il rifiuto del bisogno dell’altro, la sua deumanizzazione per poterlo più facilmente predare, la chiusura egocentrica estrema.

L’emergere di una nuova dominante psichica transpersonale collettiva dall’inconscio, l’archetipo del Sé appunto, come è avvenuto duemila anni fa e come sta di nuovo avvenendo ora, genera distruzione e caos in chi non è preparato ad accoglierla e non si arrende a chi è più forte di lui (C.G. Jung: ‘L’esperienza del Sé è sempre una sconfitta per l’ego’, in: Mysterium Coniunctionis, Vol 14 Opere Complete, paragrafo 778. E. Edinger: ‘Nella psicosi le energie archetipiche eruttano nel mondo senza essere mitigate da un ego funzionante’, in: The living psyche: a jungian analysis in pictures, 1990, Chiron Publications, pag. 50).

Questo fenomeno è iniziato acutamente all’inizio del XX secolo (e la prima guerra mondiale ne è stata la conseguenza). Ora procede: “(per l’io) Lo scopo del processo di individuazione è di avere una relazione conscia con il Sé (individuazione = portare il Sé eterno nella realtà), è rendersi conto di avere un fondamento metafisico… Avere il proprio nome ‘scritto in cielo’ o ‘nel libro della vita’ è realizzare che l’individualità o l’identità personale hanno una origine e giustificazione transpersonale a priori per esistere…” (Edward Edinger, Ego and Archetype, Penguin Books, Baltimore, Maryland, 1973, pagg. 261 e 268-9)”.

5) La possessione da parte dell’energia demoniaca (energie della psiche archetipica inconscia non riconosciute dalla coscienza e perciò divenute esplosive, coscienza dell’io che viene inflazionata in un delirio di onnipotenza) ha portato a creare la bomba atomica che venne poi usata dalle stesse personalità psicopatiche che l’avevano commissionata agli ingenui, entusiasti e giovani scienziati del Progetto Manhattan (il progetto di costruzione negli Stati Uniti della prima Bomba diretto da Robert Oppenheimer): “Questi sociopatici completamente e narcisisticamente centrati su se stessi, persi nella volontà delle proprie intenzioni, si presentavano come affascinanti, valorosi, seduttivi o coraggiosi, mostrando se stessi dal lato che sembrava più appropriato o vantaggioso in quel momento. Ma questo adattamento è superficiale e cerimoniale; e dietro a questo c’è una montagna di resistenza all’empatia e un autoconvincimento che esibisce agli altri le proprie spiegazioni su cosa è la vita. Un narcisismo senza capacità di socializzazione, senza alcuna interazione. Nessun interesse se non in se stessi. Un totale solipsismo. C’è un’intelligenza estremamente rigorosa e disciplinata di tipo Nazista al lavoro qui che sa come procedere un passo dopo l’altro, con tenacia. Un’intelligenza che potrebbe sopravvivere alla sua apparente fine.” (Michael Ortiz Hill, Dreaming the end of the world, Spring Publications, Dallas, 1994. Pag. 153-154).

In confronto al 1945, al 1914 o al 1933 possiamo constatare che il mondo appare governato da personaggi/marionette di occulte forze economiche e tecnocratiche con un vuoto animico e spirituale forse ancora più accentuato, ma con un ego malvagio e distante dall’umano simile a quello di quell’epoca. Un esempio: “… il Young Leader favorito di Davos non è un capo politico, e neanche un autocrate, un dittatore: è un non-essere, … un ‘uomo di plastica’, un vuoto totale …, il frutto di un lavoro in laboratorio da cui usciranno presto altri cloni di primo piano (I Trudeau, Ardern, Kurtz, Attal…). Essendo infinitamente banale, l’opposto dell’uomo di eccezione, fosse anche eccezionale nell’esercizio del male, è stato necessario mobilizzare numerose agenzie per la sua fabbricazione e intronizzazione.” … “ da quale male noi siamo posseduti? E come disfarcene? Abbiamo visto prima che c’è una differenza ontologica fra Macron e tutta la linea di dirigenti – re, imperatori, reggenti, presidenti – che l’hanno preceduto. … Macron è un prodotto … il prodotto in questione tuttavia non è inerte: è tossico. Per capirlo, bisogna prima sapere, come lo sapeva Hannah Arendt, che il Male comincia già dove il Bene balbetta. Il suo occhio è un vetro attraverso il quale nessuna anima brilla, il suo sguardo è di una ieratica fissità. Non vede le persone. … incarna ciò di cui tutti i Francesi hanno paura. … Io stesso ero stato colpito dall’assenza di spirito che rivelava questo sguardo ristretto, e inoltre anche per la sua mancanza di anima. Ma ciò che mi stupiva di più era che nessun altro nel mondo della stampa si rendeva conto dell’immaturità manifesta (sul piano umano) di questo incubo.” … “… i nuovi padroni, i fabbricanti di Macron, non sono più dei materialisti avidi all’antica. No: essi sono aldilà della materia. ‘Il mondo delle cose è morto’. Il possesso che interessa loro è di altra natura. Il loro regno non consiste solamente a trasformarci in cose sulle quali avrebbero un potere esteso, infinito. Il suo avvento consiste a disprezzare queste cose stesse, a non vederci alcun valore, che è una forma di alta spiritualità, ma di una spiritualità malvagia, una delle forme più elaborate del male.” (Slobodan Despot, Comment anéantir le néant?, in Antipresse, n°426 del 26/1/2024, pag. 2-9).

6) La questione comunque non è di fare un’analisi sulle personalità bloccate psicopatiche e gravemente narcisistiche ma capire ciò che potrebbe permetterci di nuovo di tornare all’umano, all’anima, allo spirito, alla realtà non mentale, alla natura, allo scorrere della vita: soggetti di riflessione da tempo perduti, snobbati o ignorati dall’intellettualismo che domina l’Occidente.

Per la filosofia e la medicina tradizionale cinese il male è ciò che ostacola lo scorrere dell’energia, del Tao. E’ semplice da capire e da osservare: un calcolo in un uretere o nel dotto biliare fa molto male, non scorrono più l’urina o la bile. Un embolo nel cervello o un trombo in una arteria coronarica fanno male, provocano un ictus o un’angina pectoris o un infarto o una morte improvvisa. Eterni cantieri o un’automobile ferma che blocca il traffico in autostrada fa male a molta gente, la fa arrabbiare, provoca danni economici ecc. Ciò che non scorre più muore. Non piove: fiumi in secca generano siccità e deserto, le piante non fruttificano e poi muoiono, gli animali scompaiono, gli uomini non mangiano per la carestia.

E psichicamente vale la stessa cosa. Idee fisse provocano una morte psichica o spirituale, ma anche corporea: provate a mangiare sempre lo stesso cibo tutti i giorni per mancanza di fantasia in cucina, di cultura alimentare o di denaro sufficienti per variare la dieta e vedrete presto i risultati (negli Stati Uniti è obeso o sovrappeso il 70% della popolazione, il che porta a gravi malattie, diabete, problemi cardiovascolari…).

7) Il nuovo sopra il sole dunque, come lo scriverò? Permettendogli di scriversi da sé, potrei dire. Cercando di intervenire il meno possibile e prestandogli la mia penna o le mie mani sulla tastiera, potrei dire. Essendo trasparente all’Essere. Che così scriverà attraverso di me. Ispirazione. Nessun altro modo può essere possibile. Rispecchiando la Realtà senza pensare, riflettendola come uno specchio in maniera taoista, ascoltando e accogliendo i piccoli segnali: sogni, sincronicità, emozioni improvvise, mutamenti, richiami.

Un’anatra fa il suo richiamo verso di me, mi chiama da una vasca piena d’acqua in un giardino proprio mentre le sto passando accanto distratto da un pensiero: una sentenza appena letta dell’Yi Jing, il Libro dei Mutamenti cinese, che dice ‘richiamo alla vigilanza’. Una sincronicità. Allora i simboli prendono vita e si animano, il Principio (lo Spirito, di cui l’uccello è simbolo), ha richiamato nell’acqua (la Materia, la Vergine, la manifestazione, il Ricettivo, l’orecchio che ascolta e accoglie il Verbo, l’ego come vaso, come nave, come utero, come Graal). Così la coscienza è ‘richiamata alla vigilanza’.

Il suono/Logos/Verbo/uccello/Spirito richiama in maniera sottile, come una brezza leggera ma inesorabile che esige l’ascolto, la comprensione, la riflessione di sé nello specchio dell’io, di me che cammino distratto, non-del-tutto-vigile, ma quasi pronto all’incontro con l’Essere, che si è manifestato attraverso la sentenza dell’Yi Jing, e poi di nuovo nel verso dell’anatra, a livello della mia misera realtà tridimensionale e temporale (l’immagine di me che passo accanto al cancello oltre il quale c’è la vasca nel giardino con l’anatra che richiama ricorda un’altra sentenza dell’Yi Jing nell’esagramma 61, linea mutante due: “Una gru si fa sentire nell’ombra, il suo piccolo le risponde, io ho una bella coppa, tu ed io svuotiamola con prodigalità”).

E così posso dire sì alla Realtà, accettarla per come E’, non negarla o passarle accanto distratto.

E io-come-specchio posso rifletterla, vigile, lucido, o non-opaco.

Allora divento simile a uno stagno tranquillo in cui l’acqua è diventata trasparente perché si è posato il fango, mentre nell’agitazione, nella distrazione e nella confusione si increspa e si intorbida e la luce non passa, il suono dell’anatra non viene ascoltato, l’incontro con l’Essere non avviene, il collegamento fallisce, il centro si perde, il falco non sente più il falconiere.

Di più non so dire.

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